Ho amato la creatività e la manualità fin da bambina. Forse per il fatto d'avere avuto un fratello di dodici anni più grande di me e dell'aver dovuto, di conseguenza, imparare a giocare da sola, forse per il fatto che un tempo vivevo in appartamento, al secondo piano ed uscivo poco, forse perché ero timidissima e mi perdevo nel mio mondo... Ho sempre passato le ore a colorare, a fare, a inventare... Quello che mi permetteva di "creare" aveva un valore incommensurabile ai miei occhi, l'aveva la carta in particolare. Già da piccola avevo un'anta d'armadio ingombra di "materiali". Mi facevo, per esempio, comprare quei sacchetti del pane giganti e marroni (non come quelli moderni, bianchi e con le scritte pubblicitarie). Li vendevano proprio, sciolti, senza il pane dentro. Li avevo tutti ben impilati nell'anta del mobile d'entrata. Era l'anta bassa, quella a misura di bambina... Quanti anni ho passato a disegnare facce su quei sacchetti, a ritagliare buchi per gli occhi e ad infilarmeli in testa... Creavo delle maschere.
Crescendo ho subìto il fascino dei colori a pastello. Quanti disegni ho fatto consultando i miei volumi di favole di La Fontaine e Grimm. Alle elementari ho anche avuto la fortuna d'avere una maestra dotata, capace, paziente e volenterosa, che si è sempre fatta in quattro per farci preparare dei "lavoretti" come si deve per ogni ricorrenza possibile. Un anno ci ha fatto imparare il punto croce; tutta la classe, maschi compresi, era intenta a maneggiare l'ago per decorare un fiocco di Natale da appendere alla porta.
Nella mia infanzia, anche i libri hanno avuto parte predominante. Forse proprio perché aveva intuito quanto mi piacessero, devo ringraziare mia mamma per avermi fatto dono di libri splendidi. Creativi anch'essi, in un certo senso. Ne avevo uno che si apriva in quattro, formando quattro angoli. Ognuna delle quattro ali si apriva ulteriormente e formava ulteriori ali... Aveva la forma di una casa, ogni pagina-ala ne costituiva un muro. Il libro-casa era disegnato e colorato in ogni singolo particolare, ogni sua stanza era ricca e preziosa. Era altresì dotato di una serie di personaggi in un sacchetto, che, infilati in appositi piedistalli, stavano in piedi da soli. Quanto tempo ho trascorso a giocare con quei personaggi di cartone ed il libro-casa.
Altri libri che hanno letteralmente segnato la mia infanzia sono stati I Quindici, in particolare i volumi Poesie e rime e Fare e costruire. Ricordo ancora le filastrocche del primo e conosco a memoria le pagine del secondo.
La creatività è parte di me da sempre. Con la scoperta dello scrap, mi sono sentita in un certo senso appagata. Credo che non potrei più rinunciarvi, come, invece, ho rinunciato ad altro per cui, non ho mai provato passione viscerale. La carta è la sola ed incontrastata nel mio cuore. Ma nonostante questo, qualche ritorno di fiamma c'è ancora. Il punto croce che mi ha insegnato la maestra Graziella, ad esempio. Ho ripreso in mano l'ago dopo lungo tempo e ho messo insieme crocetta dopo crocetta. Mi sono divertita nel vedere colorarsi la tela aida ed ho provato una certa soddisfazione nell'ammirare il disegno terminato... Solo che poi la carta mi ha richiamata a sé... Ed ho dovuto fare una scatolina per quel grembiulino ricamato... :-)
Il "Per tè" sulla scatola voleva ovviamente giocare sui due sensi di per il tè (bevanda) e per te (destinatario).
E brava Sara! Hai scelto un ricamo perfettamente abbinato al grembiulino e che dire della scatola? Una meraviglia! Amo i regali coordinati "dalla testa ai piedi"! :)
RispondiEliminasei proprio brava Sara!
RispondiEliminaTi seguo. Veronica Scrap Blu.
Bellissimo.
RispondiEliminaComplimenti.